Giordania cuscinetto tra il Mediterraneo e la Penisola Arabica.
Questo territorio, che fa risalire la sua storia ai primi insediamenti nell’età del ferro, è stato per secoli terreno di incontro e scontro fra avventurieri e conquistatori. Tutti passarono da qui: Egizi, Assiri, Babilonesi, Persiani, Greci, Romani, Bizantini, Crociati,Turchi e Inglesi. Alcuni hanno costruito, altri hanno distrutto, ma ognuno ha lasciato tracce del proprio passaggio. Ora la descriverò sulla base di quello che è rimasto.
Percorsa per secoli da carovane cariche di merce preziosa, la via delle spezie univa l’estremo sud del deserto Arabo alla favolosa capitale del regno Nabateo scolpita nella rossa arenaria. All’interno della valle i Nabatei crearono un’incredibile città, letteralmente scolpendola nelle pareti della roccia di un bel colore rosato. Entriamo in questo fantastico labirinto di superbe architetture le quali un tempo erano avvolte dall’intensa fragranza dell’issopo, dell’incenso e della mirra. Questo Palazzo del Tesoro del Faraone è il monumento più bello di Petra, dichiarata Patrimonio dell’umanità dall’Unesco.
Percorrendo la strada si ammirano: pilastri, tabernacoli e le nicchie di antiche tombe rupestri scavate nella rossa arenaria.
Petra è circondata da baluardi di pietra e roccia dalle mille sfumature e giochi cromatici.
Il sentiero che porta al monastero non è particolarmente ripido, e comunque il paesaggio estremamente suggestivo e l’imponenza del monumento ripagano ampliamente la fatica. La facciata monumentale dell’edificio articolata su due piani potrebbe essere stata utilizzata dai membri del Thiasos in onore del dio Odoba, in quanto citato in un’iscrizione poco distante.
Continuando la via principale si raggiunge l’area del foro realizzato all’epoca di Traiano con il pavimento lastricato fiancheggiato da colonne, il Ninfeo, il Tempio dei Leoni Alati e le terme.
Nelle vicinanze, As-Siq al-Barid o Petra Piccola. Località interessante per completare la visita di Petra, un delizioso caravanserraglio rupestre.
Il Wadi Rum è un meraviglioso complesso geologico di montagne di basalto e di granito dalle forme e dai colori eccezionali. Siamo in direzione di Amman nel mezzo di distese desertiche di sabbia bianca, ocra e rosa, e se vi capita di passare da queste parti fermatevi ad ascoltare ………. avete mai ascoltato il silenzio ? Credo di no. Bene! Questo è il posto giusto.
La conseguenza di sconvolgimenti geologici antichi che hanno modificato il paesaggio sabbioso innalzando massicci rocciosi emersi dalla spaccatura della crosta terrestre.
Qui furono girate alcune scene del film “Lawrence d’Arabia.”
Risalgono a più di diecimila anni fa i primi insediamenti umani. Probabilmente le lunghe migrazioni nomadi alla ricerca di nuovi pascoli anticiparono questi insediamenti e sulle rocce incidevano la loro storia, questi graffiti sono un messaggio per quelli che sarebbero venuti dopo.
L’immaginazione galoppa a ripercorrere l’epopea dei cavalieri templari in quelle terre, in particolare le gesta di un cavaliere-brigante che i cristiani onorano come un martire, per i musulmani era un demonio e per me solo un grande ladrone: Rinaldo di Chatillon, signore di Kerak, importante roccaforte crociata facente parte della linea difensiva che controllava la via di transito da Damasco alla Mecca, permetteva ai crociati di taglieggiare i pellegrini. Solo dopo un lungo assedio, Saladino la conquistò nel 1183.
Siamo sulla vetta del Monte Nebo, antichissimo luogo di pellegrinaggio cristiano, secondo la tradizione vi è sepolto Mosè al quale è dedicata la Basilica delle Rimembranze.
Il panorama che si gode dovrebbe essere splendido, se non fosse per questa foschia. Nelle giornate limpide la vista spazierebbe dal Giordano al Mar Morto con Gerusalemme sullo sfondo.
Il mosaico rappresenta personaggi vestiti in modo esotico che conducono uno struzzo, una zebra e una giraffa.
Altri splendidi mosaici in una chiesa di Maba rappresentano la mappa della Palestina e di Gerusalemme in epoca Bizantinaad.
Il deserto ci segue costantemente e qui ci troviamo ad un incrocio fra due importanti vie di comunicazione del deserto Giordano: Qasr el-Kharane, antico caravanserraglio modificato in epoche successive.
Palazzo Qusayr Amra, che conserva soltanto la sala delle udienza e i bagni.
Le pitture sulla parete mostrano scene di hammam e artigiani che partecipano alla costruzione del palazzo.
Il paesaggio muta con il passare dei km rendendo meno monotono il viaggio.
Quasr al-Azrad, grande castello di basalto nero, viene ricordato perché all’inizio del XX sec fu eletto da Lawrence d’Arabia come suo quartier generale durante la rivoluzione araba contro i Turchi.
Le prime notizie sulla città di Amman si ricavano nel Vecchio Testamento. Fu capitale degli Ammoniti, conquistata da re Davide nel Xsec aC, successivamente distrutta dai Babilonesi, e fiorì poco prima dell’arrivo dei romani e nel 30 aC passò a far parte della Provincia di Arabia. Il teatro si trova nel cuore della città moderna ai piedi della cittadella.
Città moderna conta 1,5 milioni di abitanti, un terzo di tutto il paese, molta è l’immigrazione da parte dei palestinesi dovuta all’abbandono della Cisgiordania.
La cittadella in posizione strategica su un ripido sperone che domina tutta l’area che la circonda. In primo piano il Tempio dedicato ad Ercole, voluto dall’Imperatore Marco Aurelio intorno al 180 dC.
Nei pressi si trova il Museo Archeologico che vanta tra i suoi reperti alcuni frammenti dei rotoli del Mar Morto.
Non bastano i libri, le spiegazioni, le fotografie, i veloci cenni di storia e leggende raccontateci dal nostro accompagnatore. Non c’e niente che ci prepari a quello che si vedrà qui, ora. Di posti così al mondo ve ne sono rimasti pochi. Intorno a me c’e la città nuova, un accatastamento di case bianche cresciute sulle antiche rovine. E mentre una leggera brezza ci accompagna sollevando un po’ di polvere ………. lo spettacolo può cominciare.
Gerasa con la sua parabola di colonne ioniche ci invita ad entrare.
Mi piace sottolineare un aspetto essenziale che secondo me caratterizza qui più di ogni altro luogo: la luce. La luce qui è sovrana, più della città stessa. Se sottovalutata lascerà certo un’impronta indimenticabile nella memoria, ma se ben usata marchierà come una vernice indelebile l’anima del viaggiatore attento. Nata sulla via del commercio, esplose nella sua maestosità quando Adriano decise di soggiornarvi. Questo Arco di Trionfo in onore dell’Imperatore Adriano rappresenta l’ingresso alla città.
Il Ninfeo si trova a metà dell’asse principale.
Lo spettacolo offerto da questa via e da altre uguali chiarisce il motivo per cui Gerasa fu soprannominata “città dalle mille colonne”.
Teatro.
Ingresso monumentale del santuario di Artemide, collega il santuario alla via dei portici che attraversa tutta la città. La complessità architettonica denota l’importanza del santuario.
Tempio dedicato ad Artemide, dea della caccia e della fertilità.
La cosa stupefacente di questo edificio sono le dimensioni colossali dei blocchi, il più grande dei quali misura circa 7m per 3m, decisamente enorme rispetto a qualsiasi altro edificio antico costruito in qualsiasi altra parte del mondo. Il palazzo è circondato dal mistero. Non si conosce esattamente la sua data di costruzione, la maggior parte degli storici la data intorno al 180 aC, anche se io credo sia antecedente. Fu opera d Iciano, della potente famiglia ebraica dei Tobiadi non fu mai completato. I fregi con i leoni ricordano influssi ellenistici.
La costruzione megalitica rimanda ad una architettura persiana, anche se assomiglia, come vedremo, a strutture già viste in altre parti del mondo………..
“Venne da Nazareth di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni” ( Marco 1,9-12). “E tutti si fecero battezzare da lui nelle acque del Giordano confessando i loro peccati” tra di loro anche Gesù, scrivevano unanimemente gli evangelisti. Il Giordano, fiume sacro per eccellenza, fonte di vita nella Terra Promessa degli Ebrei e luogo di battesimo di Gesù per i cristiani.
Linea di confine con Israele.
La città di Aqaba in sé non offre molto, E’ adagiata in un anfiteatro naturale ai piedi di montagne che cambiano colore col passare delle ore ed è lambita da un mare con le acque sempre calde.
Unico punto di interesse il forte costruito da Baldovino I nel 1116 ed utilizzato successivamente dai Mamelucchi.
Di fronte Eilat in Israele.
Breve riflessione:
Quattro guerre arabo-israeliane in mezzo secolo, un processo di pace che non trova soluzione, la scomparsa di un leader carismatico come Re Hussein. Questo posto è una polveriera, una delle zone più calde del mondo, dove basta un niente per farla esplodere. Solo l’equilibrio di Re Hussein ha potuto tenere le redini di un paese percorso da fremiti integralisti a favore di Saddam Hussein ed a non farlo precipitare nella guerra del Golfo, riuscendo a siglare la pace con Israele ponendo quindi fine ad una lunga storia di conflitti tra questi due stati confinanti.